Il Pugile a riposo – il bronzo, il mio dipinto

da 14 Set 2023Genesi delle opere

L’umanità nello sguardo di un pugile greco

Il capolavoro esposto al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma

Il Pugile a riposo è una famosa scultura greca antica scoperta a Roma a fine ‘800. Si ritiene che la scultura rappresenti un giovane pugile che ha appena terminato un incontro e si stia riposando, forse prima del suo prossimo incontro. L’opera è considerata un capolavoro di scultura greca del periodo ellenistico. La scultura è alta 128 cm ed è stata realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, su parti separate e poi congiunte in saldatura. La roccia su cui è seduto è invece moderna. I dettagli della scultura sono incredibilmente realistici, dalla muscolatura del pugile alle cicatrici sul viso. Ha un torace possente, la vita mostra del tessuto adiposo che sembra svelare l’età matura dell’uomo.
La scultura si distingue per l’uso dell’intarsio di rame per le ferite insanguinate, per gli occhi e le labbra del pugile, caratteristica che conferiscono al suo volto un sorprendente realismo. Inoltre il pugile mostra tagli sulla fronte, sulle orecchie e sulle guance (una è più gonfia dell’altra), l’occhio destro sembra tumefatto e il suo naso sembra schiacciato per i colpi subiti, forse fratturato.
L’artista ha inoltre curato con molta attenzione altri dettagli della figura: la folta barba, la capigliatura, i peli sul torace incisi con grande efficacia a bulino. Ogni muscolo e lineamenti del corpo è scolpito con cura, come lo sono le espressioni facciali in grado di catture la fatica e il dolore del pugile con notevole suggestione.

Ricordo una lettura di Filostrato, studioso e storico greco. Scriveva sulla disciplina del pugilato, nata e perfezionata a Sparta (antica città greca del Peloponneso) con l’intento di anticipare la durezza dei colpi sui volti dei guerrieri subiti in battaglia. Era convinzione degli spartani, guerrieri per professione, che gli elmi avessero il solo scopo di protezione, privando il guerriero dell’esperienza nel subire i duri e brutali colpi in battaglia, al contrario di quanto la box poteva offrire in termini di esperienza preparatoria. Si può paragonare questa usanza all’attuale pugile moderno che oggi indossa il caschetto da boxe in sessione di allenamento.

Torniamo al nostro Pugile. Un aspetto fondamentale e innovativo è la mancanza del movimento atletico. Il Pugile esprime – con il volto rivolto verso destra, la bocca socchiusa che sembra accennare qualcosa, le grandi spalle ricurve – un’espressione di umanità; sembra voler dire “aspetta – sarò pronto per il prossimo incontro a momenti”, o più semplicemente sta prendendo fiato.
Sull’espressività della scultura si sono svolti numerosi dibattiti e interpretazioni nel corso degli anni.
Alcuni studiosi ritengono che il pugile rappresenti un vero atleta, mentre altri lo considerano un simbolo della lotta umana contro le avversità. Indipendentemente dal suo significato, il Pugile a riposo rimane una delle sculture più iconiche dell’antica Grecia.

La datazione

Per la datazione gli archeologi hanno considerato alcuni indizi: i guantoni (Himantes Oxeis?), verranno usati a partire dal IV sec a.C. e le fasciature in cuoio. Altri storici fanno notare che la scultura rientra in un periodo difficile per la Grecia, dal 323 al 30 a.C circa, quando gli scultori greci iniziarono a rappresentare nell’arte il dolore, le malattie, le deformità fisiche, la vecchiaia, condizioni ben lontane dai canoni di bellezza dei secoli precedenti.

L’artista

L’autore del bronzo è ignoto, ma non sono mancati negli anni tentativi di attribuzione, poco condivisi –  ultimante esclusi – nel caso di Lisippo, noto scultore e bronzista greco di Sicione; i tratti e l’intento dell’intera opera sono troppo realistici per il grande scultore greco che amava rappresentare le sue sculture con un disegno più classico, idealistico, avendo lui stesso concepito nuovi canoni per la rappresentazione plastica del ritratto.

Il ritrovamento

L’opera fu ritrovata nel marzo del 1885, insieme al Principe ellenistico – un altro bronzo che fa coppia con il Pugile a riposo nella medesima sala di Palazzo Massimo – durante lavori di scavo presso le pendici del Quirinale. La zona di scavo era interessata dal convento di San Silvestro. Qui insistevano anche i resti delle Terme di Costantino, perciò è conosciuta anche con il nome di «Pugile del Quirinale» o «Pugile delle Terme».

Così il grande archeologo Rodolfo Lanciani descrisse il ritrovamento del bronzo « Il più importante dato raccolto, mentre ero presente e seguivo la rimozione della terra nella quale il capolavoro giaceva seppellito, è che la statua non era stata gettata là, o seppellita in fretta, ma era stata nascosta e trattata con la massima cura. La figura, trovandosi in posizione seduta, era stata posta su un capitello di pietra dell’ordine dorico, come sopra uno sgabello e il fosso che era stato aperto tra le fondamenta più basse del tempio del Sole, per nascondere la statua era stato riempito con terra setacciata per salvare la superficie del bronzo da ogni possibile offesa. Sono stato presente, nella mia lunga carriera nell’attivo campo dell’archeologia, a molte scoperte; ho sperimentato una sorpresa dopo l’altra; ho talvolta e per lo più inaspettatamente, incontrato reali capolavori ma non ho mai provato un’impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti »

Il Pugile a riposo è in esposizione permanente a Roma presso il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme.

Il mio dipinto

Al di là delle descrizioni tecniche e storiche, il bronzo esprime una forma di bellezza intima, più vicina a noi. La sua espressione coglie una naturale umanità che sentiamo nel nostro vivere comune, come lo sono le fatiche di un atleta nello svolgere il suo lavoro, sia nella vittoria che nella sconfitta. Quello sguardo rivolto verso destra rimarrà un mistero per tutti noi, ma non lo è stato per il pugile ritratto. Questo è il dettaglio che ho sempre ammirato nel Pugile a riposo, un vero capolavoro, lo incontro ogni qual volta accedo al grande museo.
Nel giugno 2023 decido di abbozzare un’idea per realizzarne un dipinto, la scelta è tra l’acrilico e l’olio. Data l’imponenza dell’opera scelgo la tecnica ad olio, più lunga e complessa e opto per una tela di discreta grandezza: 1 metro di base per 80 cm in altezza. Sono 3 i colori ad olio scelti: il tortora, la lacca di madera che investe il fondo e il giallo di Napoli chiaro, sono presenti piccoli tocchi di un verde veronese sul bracciale sinistro. Il dipinto ha ricevuto una triplice verniciatura finale, leggermente satinata, per la valorizzazione dei toni e a protezione del dipinto per una lunga durata nel tempo.

Il Pugile a riposo - dipinto ad olio
Tutte le foto sono dell’artista © 2023

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