Breve storia del colore giallo
Giallo oro, crimini, aureole e girasoli
Il colore giallo è il primo pigmento che viene in mente quando si pensa ai colori primari. La combinazione di rosso e verde dà il giallo perfetto, giusto? Forse non è così semplice. Come si vedrà in questo breve articolo, esistono molte sfumature di giallo e la sua storia è molto interessante.
La parola “giallo” deriva da un’antica parola inglese, geolu o gealew (in latino gàlbinus, derivato da gàlbus “verde pallido”), che si riferiva a un pigmento giallo pallido ricavato dal minerale oznite macinato (solfuro di rame). Nell’antico inglese, geolu e gealew sono usati in modo intercambiabile. Solo in seguito si sono differenziati: il geolu proviene da fonti naturali e il geolu è artificiale.
Il colore giallo nella preistoria
Il colore giallo è stato associato al sole e al calore sin dalla preistoria. In effetti, si pensa che il colore giallo sia uno dei primi colori usati dagli esseri umani. Nelle pitture rupestri preistoriche, il giallo era spesso usato per rappresentare il sole e altri oggetti luminosi. Il colore giallo è pensato anche per essere legato all’emozione della felicità. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che il colore è associato alla luce solare e al calore, che sono entrambi associati alle emozioni positive.
Antico Egitto: origini sconosciute del colore giallo nell’arte e nella cultura
Non si sa bene come il colore giallo sia entrato nell’arte e nella cultura. Alcuni storici pensano che, prima dell’invenzione della ruota, gli Egizi usassero i buoi, che sono naturalmente di colore giallo, per trascinare i carri e creare il pigmento giallo ocra. Questo pigmento divenne ampiamente utilizzato per le loro pitture e sculture come per le aureole egiziane, spesso raffigurate con un grande cerchio solare giallo. Altri suggeriscono che lo zafferano, anch’esso di colore giallo, fosse utilizzato per la colorazione. Ma non lo sappiamo con certezza. L’arte egizia raffigura spesso l’oro e questo è il motivo per cui molti pensano che il colore giallo fosse in voga nell’Antico Egitto. Ma l’oro è un colore molto diverso. Se si osserva un oggetto d’oro, si può notare che si tratta di una tonalità giallo-marrone con una sfumatura rossastra. Alcuni storici suggeriscono che forse gli Egizi usavano una versione diluita dell’oro insieme a un pigmento blu per creare una sorta di colore turchese chiaro che associavano al metallo prezioso. È possibile che i primi pigmenti gialli fossero composti da minerali come l’ocra o addirittura da prodotti animali, come il sangue essiccato di una lucertola. Più avanti vedremo cosa è stato scoperto in una famosa tomba egizia.
L’Impero Romano: da una tonalità chiara a una scura
Molti indizi indicano che il giallo era un colore molto importante nell’Impero Romano. Ad esempio, il primo imperatore, Augusto, indossava una toga d’oro, ma era descritta come aurea o “giallo oro” piuttosto che semplicemente “d’oro”. Augusto usava anche l’aureum o “moneta d’oro” per creare un legame tra il colore giallo e il suo governo. Questi fatti suggeriscono che una tonalità scura di giallo era popolare nell’Impero Romano. I Romani amavano i pigmenti molto forti e alcuni di essi erano realizzati con ossidi di ferro neri o rossi. Ci sono persino prove che i Romani usassero una tintura nera per colorare i loro abiti.
Il Medioevo: l’ascesa del fagiolo di Lima
Durante il Medioevo, il colore giallo era associato a molte cose, tra cui le vesti della Vergine Maria, l’oro e il sole. Era un simbolo di regalità e veniva indossato da nobili e re. Allo stesso tempo, il colore giallo veniva utilizzato nei dipinti per raffigurare paesaggi e campi verdi e persino nei dipinti religiosi per indicare la santità. Come si produceva questo colore? Si usava lo zafferano, la saldatura e un certo tipo di fagiolo di Lima, chiamato “fagiolo di monte” o “fiore di monte”, coltivato nell’Europa meridionale. Il fiore di fagiolo è stato utilizzato fino al XV secolo per la tintura gialla. Il fiore di fagiolo cresceva solo nell’Europa meridionale, in particolare in Spagna, quindi era molto costoso e fuori dalla portata della maggior parte delle persone. All’epoca, inoltre, la Spagna era un Paese musulmano e i musulmani proibivano di usare il fiore di fagiolo per tingere i tessuti. Qual era la ragione di questo divieto? Nessuno lo sa. La nascita del fagiolo di Lima fu una conseguenza naturale di questi due fattori.
Rinascimento e Illuminismo: dall’ambra al lapislazzuli
Durante il Rinascimento furono scoperte nuove fonti di coloranti gialli naturali, come lo zafferano, la curcuma, il kermes, il giallo di Napoli, ottenuto dalla calcinazione del litargirio, il realgar, un minerale da cui si ottiene un giallo arancio. Nel XVII e XVIII secolo, la scoperta di una nuova fonte di tintura gialla, il legno del Brasile, portò a un declino nell’uso del kermes. Tuttavia, durante il Rinascimento e l’Illuminismo, vennero scoperte nuove fonti sintetiche di coloranti gialli, come il weld e il logwood (giallo legno), e anche il rilascio di un nuovo e costosissimo pigmento ottenuto dal minerale lapislazzuli, che diede origine al misterioso e infinito blu oltremare.
L’orpimento
Minerale tossico della famiglia dei Solfuri (trisolfuro di arsenico), utilizzato per ottenere un giallo oro brillante, utilizzato a questo scopo in pittura per ben imitare l’oro, come già indica il suo significato in latino: aurum “oro” e pigmentum “pigmento” e come lo descrive Plinio come supremo sostituto dell’oro: «aurum faciendi est etiamnum una ratio ex auripigmento».
Nella favolosa tomba di Tutankhamon fu trovata una scatoletta di pigmenti e tra questi l’orpimento, già in uso in Egitto dal XVI-XIV sec. a.C. Il fine vita dell’orpimento si attesta al secolo scorso e fu dovuto a 2 fattori principali; la sua estrema tossicità e incompatibilità con altre sostanza coloranti, come il piombo e il rame, rendendo difficile le mescolanze o l’accostamento ad altri pigmenti, p.e. la biacca.
Il XIX secolo: Quando il giallo era fuori moda
Alla fine del XIX secolo, il giallo nella moda si affievolì fino a diventare quasi inesistente. Perché è successo? L’invenzione dei coloranti sintetici nel XIX secolo portò a un declino nell’uso dei coloranti naturali. Le tinture naturali erano spesso composte da sostanze costose e difficili da reperire, per cui si iniziò a cercare soluzioni più economiche e semplici. Le tinture sintetiche venivano prodotte in fabbrica utilizzando sostanze come il catrame di carbone. Il catrame di carbone è una sostanza nera che rimane dopo la combustione del carbone. La domanda di coloranti economici e facili da ottenere aumentò e così la produzione di coloranti sintetici. Queste tinture erano spesso meno costose, ma non duravano quanto le tinture naturali e sbiadivano rapidamente. Questo è il motivo principale per cui molti abiti del XIX secolo sono oggi più sbiaditi e meno gialli di un tempo.
Il giallo amato da Van Gogh
Il grande pittore olandese aveva una particolare predilezione per i gialli, largamente presente sulla sua tavolozza con diverse variazioni di tono. Un esempio ben conosciuto di utilizzo del giallo da parte di Van Gogh è il dipinto “Girasoli“, noto nel mondo dell’arte anche per il suo lento decadimento di tono, tendente al marrone chiaro, incidente pittorico dovuto all’utilizzo del famoso giallo cromo (cromato di piombo), inventato nei primi dell’800 per dare origine ad un pigmento brillante, ma nel tempo, si scoprì che tendeva ad ossidarsi a contatto dell’aria. Per la sua tossicità si dovettero trovare altre soluzioni. Nel 1820 nasce il giallo di cadmio, un colore intenso e coprente. Anche se meno tossico, oggi si tende eliminarlo nella produzione dei colori per belle arti. Altri grandi pittori utilizzarono il giallo cromo per la sua brillantezza: Manet, Pissarro, Reinoir, ecc.
Altri gialli vedono la luce nel XIX sec. giallo di cromo 1809-18, giallo minerale 1781, giallo di Zinco, 1809-50, giallo di cadmio 1829–46, il giallo Turner.
Un esempio di indagine sull’uso dei gialli cromati lo troviamo nel dipinto “Carretto napoletano” (1918) di Fortunato Depero, realizzato su tela di cotone con i seguenti gialli: giallo di cromo, giallo di zinco, arancio cromo.
Il battesimo “giallo” degli azoici
La sintesi dell’alizarina ha una lunga storia di primi insuccessi e successivi successi, era l’alba dei colori sintetici. Nel 1820 i chimici francesi Jean Jacques Colin e Pierre Robiquet estrassero la formula chimica del composto rosso che colora la radice della robbia, una pianta di origine asiatica; la chiamarono alizarina, da alizari, nome della robbia in arabo. Pochi anni dopo la formula del colorante fu perfezionata sinteticamente da altri laboratori europei, con particolare successo dai chimici tedeschi della BASF, che raggiunsero nel 1873, grazie alla sua precoce e inedita commercializzazione, vendite per ca. 450 tonnellate! Si stava aprendo la strada ai nuovi coloranti sintetici. Nel 1850/55 sarà la volta del tedesco Pierr Griess, che scoprì una nuova famiglia di coloranti detti azocoloranti, colori tutt’ora in commercio. Fu così creato il primo azocolorante, un giallo spiccatamente brillante chiamato “giallo anilina”, ottenuto dalla reazione dell’anilina con l’acido nitroso. I colori azoici fecero la loro comparsa sugli scaffali dei rivenditori di belle arti nel 1863.
Il giallo nel design e nell’arte
Il colore giallo è spesso associato all’ottimismo e alla felicità. Il giallo è anche un colore molto comune per le pubblicità: Molte aziende, come McDonald’s e Tropicana, utilizzano il colore giallo nei loro loghi e nelle loro pubblicità. Questo perché il colore giallo è associato all’attenzione e può attirare gli occhi dei potenziali clienti. Il giallo è anche un colore molto comune per i giocattoli e l’abbigliamento dei bambini, perché è luminoso e allegro, e alcuni ricercatori ritengono che i bambini siano attratti dal colore giallo perché è simile al colore della pelle della madre. Il giallo è anche un colore molto importante nell’arte. Viene spesso utilizzato come colore di sfondo nei dipinti ed è anche un colore importante nell’arte cinese. Il colore cinese associato al giallo è lo yang, che significa “genio”, “energia” e “attività”.
Una storia tutta italiana
Chi lo avrebbe detto che il solo colore (giallo) della copertina di una famosa collana, creata da Arnoldo Mondadori “I Libri Gialli”, avrebbe dato origine alla forte e inconfondibile connotazione di un genere, non solo editoriale, ma sopratutto cinematografico; dire è un film giallo, un libro giallo, non lascia alcun dubbio sulla sua trama e intenzione. Al contrario, in Cina, il giallo identifica film e libri pornografici – “a luci rosse” come diremmo in Italia.
La storia del colore giallo è molto interessante e i cinesi sono stati i primi a utilizzare i pigmenti gialli nell’arte e nella cultura. Gli antichi artisti cinesi usavano pigmenti minerali per dipingere, mentre gli egizi creavano il loro primo pigmento giallo dallo zafferano macinato. I Romani preferivano tonalità di giallo più scure; l’ocra romana è ancora il nome di un colore ad olio usato da doversi produttori, mentre il Rinascimento e l’Illuminismo hanno visto un aumento dell’uso dei pigmenti gialli grazie alla scoperta di nuove fonti di coloranti gialli. Alla fine del XIX secolo, il colore giallo è passato di moda a causa dei coloranti sintetici, economici e facili da ottenere, ma che sbiadivano rapidamente. Oggi il colore giallo è associato all’ottimismo e alla felicità e viene spesso utilizzato nell’arte e nelle pubblicità.
Sotto ho raffigurato come si presentano i principali pigmenti gialli in commercio per uso artistico. Le tinte qui esposte sono puramente indicative, si deve tener conto delle difficoltà nell’eguagliare i toni dei pigmenti vedendoli dal vivo e della notevole differenza del colore finale mescolato ad un legante dopo la macinazione, che, in alcuni casi, si presenterà con un colore finale molto diverso da come si presenta il pigmento in origine.
Giallo limone
Giallo solido
Giallo Kc4
Giallo margherita
Giallo ossido
Giallo cromo
Giallo marte
Giallo Napoli
Giallo limonite
Giallo infuocato
Giallo cadmio chiaro
Giallo cadmio scuro
Il giallo nella produzione moderna di colori ad olio/acrilici
Colore difficile da ottenere sopratutto a seguito dell’estinzione dei cadmi (originali) che lo hanno esaltato e valorizzato nella pittura degli ultimi due secoli. Le case produttrici presentano una gamma di gialli che così possiamo riassumere, tenendo presente che le medesime denominazioni, che si leggono sulle etichette, non corrispondono esattamente agli stessi toni, arduo è il lavoro dell’artista professionista che dovrà provali e selezionarli. Da notare che i cadmi in vendita sono di frequente un’imitazione del cadmio, dichiarati dal produttore con “imit” dopo il nome del colore.
- VGiallo cadmio chiaro
- PGiallo cadmio medio
- PGiallo cadmio scuro
- PGiallo cadmio limone
- PGiallo cadmio arancio
- PGiallo cromo chiaro
- PGiallo cromo medio
- PGiallo cromo scuro
- PGiallo cromo limone
- PGiallo Napoli chiaro
- PGiallo Napoli scuro
- PGiallo Napoli rossastro
- POcra gialla
- POcra gialla romana
- PGiallo indiano
- PGiallo marte
- PGiallo di nichel
- PGomma gutta (arancio)
- PGiallo permanente
- PGiallo azo
- PGiallo oltremare
- PGiallo brillante
- PLacca gialla
- PGiallo arancio